L’Arcadia in Brenta, Venezia, Fenzo, 1752 (Este)

 L’ARCADIA IN BRENTA
 
 
    Drama comico per musica da rappresentarsi nel teatro di Este per la fiera di ottobre 1752, dedicato al merito singolare del nobile signor conte Antonio de Salvi.
    In Venezia, MDCCLII, presso Modesto Fenzo, con licenza de’ superiori.
 
 Illustrissimo signore,
    gran sorte può dirsi la nostra presentare a vostra signoria illustrissima il giocoso drama sperandone un benigno compatimento. Non isdegni intanto vostra signoria illustrissima questo delle nostre tenuissime forze picciolo tributo ed attribuisca alla generosità del suo bel cuore se con tanta franchezza prendiamo coraggio di presentarglielo. Affidati che sarà per ameterne al contento di potersi vantare quali ci professiamo essere a tutta la nobile sua famiglia di vostra signoria illustrissima umilissimi, divotissimi ed obbligatissimi servitori.
 
    Antonio Nesti e compagni
 
 
 Lettor gentilissimo,
    pochi saranno quelli che, letta L’Arcadia in Brenta, non averanno l’intiera cognizione. Si sa quasi comunemente aver figurato l’autore di quest’Arcadia una conversazione di sette civili ed oneste persone in un luogo delizioso fra quei magnifici palaggi che adornano il fiume Brenta e che formano una delle più belle villeggiature d’Italia. Tre uomini e tre donne formarono la raunanza, cioè Silvio, Giacinto, Foresto, Marina, Rosanna, Laura, a’ quali s’aggiunse dopo qualche giorno Fabrizio Fabroni di Fabriano che per la sua età e per il suo carattere, misto di sciocco e di faceto, riescì il condimento della gioconda società loro. L’Arcadia, di cui ora parlo, consiste principalmente in moti arguti, detti faceti, novelle spiritose, canzonette, madrigali e cose simili, per lo che, potendo una simile conversazione intitolarsi giocosa accademia, fu per la stessa ragione dall’autore intitolata L’Arcadia di Brenta, colla respettiva similitudine dell’Arcadia di Roma, in cui cose più serie si trattano.
    Io dunque per argomento della mia presente operetta non prendo già L’Arcadia in Brenta che scritta trovasi dal nostro autore, poiché in essa materia non trovo per una teatrale rappresentazione. Sul fine di detta Arcadia, sciogliendo gli sette arcadi la loro gentile conversazione, s’invitano vicendevolmente per la susseguente stagione e, tutto che stabilissero passare sul fiume Sile, accade però che quel tale messer Fabrizio Fabroni da Fabriano, piccatosi di generosità, volle trattar magnificamente la maggior parte di quelli che l’avevano favorito e seco li condusse in un suo casino sul fiume Brenta, formando in esso novellamente L’Arcadia in Brenta. Invitò Rosana e Laura, Giacinto e Foresto, lasciando da parte Marina e Silvio, perché essi troppo sul vivo lo avevano motteggiato nell’altra Arcadia.
    S’accrebbe non pertanto il numero della conversazione con madama Lindora, dama di una straordinaria stucchevole delicatezza, ed il conte Bellezza di una caricatissima figura e affetazione.
    Il povero Fabrizio, di gran core ma di poche sostanze, per sostener l’impegno, a cui incautamente s’apprese, andò in rovina, rimasto in pochi dì senza denaro e senza robba e col rossore di doversi vedere scornato dagli ospiti e ridotta L’Arcadia in una commedia, che per lui poteva dirsi tragedia, a che molto ha contribuito Foresto, uno degli arcadi ma il più confidente di Fabrizio, quello a cui aveva egli raccomandata l’economia della casa.
    Questa mia Arcadia in Brenta è tanto istorica quanto quella di Ginnesio Gavardo Vacalerio, avendola ricavata da codici antichissimi della Malcontenta, ove vanno a terminar i suoi giorni tutti quelli che, come messer Fabrizio, si fanno mangiare il suo e si riducono poveri, per volerla spacciar da grandi.
 
 
 PERSONAGGI
 
 PARTI SERIE
 
 ROSANA
 (la signora Marcella Rosa)
 GIACINTO
 (la signora Laura Riosa)
 
 PARTI BUFFE
 
 LAURA
 (la signora Maria Conclin)
 MADAMA LINDORA
 (la signora Cecilia Moblan)
 FABRIZIO
 (il signor Antonio Nesti)
 IL CONTE BELLEZZA
 (il signor Gasparo Barozzi)
 FORESTO
 (il signor Giacomo Galdinelli)
 
 BALLI
 
    La signora Angela Candi, il signor Antonio Sgati, la signora Cecilia Anibali, il signor Tommaso Scolarti, la signora Barbara Abram, il signor Giovanni Belmonte. La scena si rappresenta in un casino delizioso di messer Fabrizio situato alle rive del fiume Brenta. Il vestiario del signor Natal Canziani.